ATTENZIONE! LETTURA LUNGA MA... MOLTO INTERESSANTE!
Una delle domande - forse la prima - che il cliente si fa quando si trova ad aver bisogno di un avvocato è: "quanto mi costerà?".
Anche in passato non era così facile avere una idea chiara e semplice, fin dall'inizio, dei costi di un procedimento innanzi al giudice civile. Una sorta di "garanzia" per il cliente era assicurata dal fatto che nelle vecchie tariffe forensi i compensi dell'avvocato erano legati alle specifiche attività dell'avvocato, attività quali ad esempio la singola udienza, ed addirittura la singola telefonata (!). L'avvocato manteneva comunque un certo margine di manovra, a discapito di quella "chiarezza preventiva" di cui si diceva poc'anzi.
Quelle tariffe sono state poi abrogate, e se da un lato sono stati eliminati i c.d. minimi - cosa che ha permesso uno spiacevole gioco al ribasso che ha mietuto una duplice vittima: l'avvocatura tutta, e con essa il suo decoro, e quei clienti che a forza di cercare l'avvocato "meno costoso" si sono ritrovati nelle mani di persone poco competenti, un problema a cui la recente legge sull'equo compenso ha tentato di porre rimedio - dall'altro lato sono stati introdotti dei nuovi tariffari, i c.d. parametri di cui al D.M. 55/2014, che però non sono più legati ad attività specifiche, bensì a fasi della procedura (studio, introduttiva, istruttoria/trattazione, conclusiva), o comunque ad attività piuttosto generiche.
Se si desidera intanto farsi un'idea di quale sia il contenuto di tali parametri, è possibile consultare la tabella creata dal sito dell'Avv. Anna Andreani, reperibile qui https://www.avvocatoandreani.it/servizi/calcolo-compenso-avvocati-parametri-civili-2014.php
La caratteristica principale di tali parametri è la proporzionalità dei compensi rispetto al valore della causa, un principio di buon senso e di comune logica: è il valore della causa (o della questione, in generale) a determinare, in primo luogo, i compensi dell'avvocato. Ciò è stato previsto per evitare che il cliente si trovi, per una questione, ad esempio, dal valore di 500 €, a dover pagare 5.000 € all'avvocato. Certamente verranno in considerazione anche le attività effettivamente svolte, ma la proporzionalità è il principio basilare.
Il legislatore ha inoltre previsto (art. 13 della L. 247/2012) una norma generale volta a coprire forfettariamente quelle spese affrontate dall'avvocato che non siano facilmente documentabili con riferimento alla singola attività (trasferte, utenze etc.): anche in tal caso vige il principio della proporzionalità, essendo tali spese state previste dalla legge nel 15% dei compensi.
Vi sono poi i c.d. oneri di legge, ossia:
- il C.P.A. o C.A.P.: una particolare voce relativa a quanto l'avvocato dovrà versare alla Cassa Forense per le prestazioni di previdenza ed assistenza, calcolata nel 4% dell'imponibile.
- l'IVA, ovviamente: attualmente al 22% da calcolarsi sui compensi imponibili maggiorati del 4% di cui alla voce che procede.
ATTENZIONE: per i professionisti che rientrano nel c.d. regime forfettario (ossia redditi inferiori agli 85.000 euro annui) e che hanno scelto di usufruire di tale regime di vantaggio, il legislatore ha previsto l'esenzione dall'IVA, il che rappresenta un notevole vantaggio per il cliente, che risparmia quindi quasi 1/4 del dovuto. Attualmente e sino a tutto il 2025 gli avvocati Baldi e Cerri usufruiscono di tale vantaggioso regime, ma il cliente, se interessato, sarà pregato di chiedere all'inizio di ogni anno solare (gennaio 2026, gennaio 2027 etc.) se essi usufruiscono ancora di tale regime, in ogni caso chiaramente esposto nei progetti di notula.
Vi sono infine le spese vive documentabili: raccomandate, notifiche, competenze degli ufficiali giudiziari, spese di copia, marche da bollo, contributi unificati e simili, visure, etc. Si tratta anche in questo caso di voci di spese che il cliente ha difficoltà a digerire... e vi assicuriamo che spesso l'avvocato le digerisce ancor meno, poichè spesso si trova a doverle anticipare, non sapendo se le recupererà o meno.
Si pensi, ad esempio, al contributo unificato, vera e propria tassa che il legislatore chiede al cittadino che voglia iniziare una causa: uno dei vari mezzi escogitati dal legislatore per diminuire il contenzioso giudiziale, ossia renderlo economicamente impegnativo sin dall'inizio. Gli avvocati Baldi e Cerri, salvo ragioni di particolare urgenza, chiederanno anticipatamente al cliente il versamento delle somme necessarie all'acquisto del contributo unificato (cui si accompagna sempre marca da bollo da € 27,00). A questo indirizzo è possibile leggere gli importi dei contributi unificati ad oggi: https://www.avvocatoandreani.it/servizi/calcolo_contributo_unificato.php
Si pensi, ancora, alle notifiche: spesso il cliente non comprende il perchè debbano versarsi diecine (talvolta centinaia) di euro agli Ufficiali giudiziari al solo fine di portare a conoscenza di un soggetto l'esistenza di un determinato atto o procedimento. Neppure noi. E tuttavia sono moltissimi i casi in cui vi è, ancor oggi, necessità dell'intervento degli ufficiali giudiziari, e le notifiche sono solo la maggior parte di questi casi. Per fortuna oggi le notifiche alle persone giuridiche possono essere effettuate tramite pec, e quindi a costo pressochè pari a zero. L'introduzione del processo civile telematico ha portato anche altri vantaggi, quali la possibilità di attestare la conformità di documenti presenti in cancelleria telematica, evitando così i costi delle copie cartacee.
Di una cosa i clienti degli avvocati Baldi e Cerri potranno esser sicuri: ogni volta che sarà possibile evitare una spesa, tramite l'utilizzo delle moderne tecnologie, senza diminuire l’efficacia dell’attività svolta, verrà fatto.
Riassumendo quindi le spese del cliente:
- compensi, da stabilirsi sulla base dei parametri introdotti dal D.M. 55/2014
- spese generali (15%)
- cap (4%)
- IVA (22%) - (Al momento – marzo 2017 - non applicata dagli Avvocati Baldi e Cerri )
- spese vive documentate.
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Quanto si è scritto finora vale principalmente per l'attività giudiziale: quando "si va in Tribunale", per intenderci.
Vale la pena specificare che spesso, quando il giudizio si conclude con una vittoria, tutte le spese del cliente vengono poste a carico della controparte soccombente: ciò significa che al cliente verrà restituito tutto ciò che ha speso per il proprio avvocato. Può, naturalmente, accadere anche il contrario: che in caso di sconfitta il cliente si trovi a dover pagare, oltre il proprio avvocato, anche le spese dell'avvocato di controparte.
Il principio generale è che l'attribuzione delle spese del giudizio segue la c.d "soccombenza", ma non sempre è così: il giudice mantiene margini di scelta nell’ attribuire le spese del giudizio all'una o all'altra parte, e talvolta capita che, anche in caso di vittoria, il giudice "compensi" le spese, il che significa che ogni parte paga il proprio avvocato. Ciò può talvolta apparire come un'ingiustizia, al cliente vittorioso: ed in effetti a volte lo è. Altre volte no: il giudice compie una valutazione complessa, tenendo conto dei comportamenti delle parti, ad esempio di cosa è accaduto in mediazione (etc.) e può concludere che effettivamente se si è arrivati in Tribunale la colpa è stata di entrambe le parti, che avrebbero potuto risolvere stragiudizialmente la controversia.
Anche per questo motivo gli Avvocati Baldi e Cerri compiranno ogni sforzo possibile prima di affrontare un giudizio, anche quando il cliente sia convinto della propria ragione. Risolvere una questione tramite un accordo stragiudiziale è quasi sempre meglio di dover affrontare un giudizio.
E' forse meglio spiegarsi con un semplice esempio: il cliente Tizio è convinto di dover avere 10 da Caio. Gli Avvocati sanno che, per quanto sia effettivamente probabile che in giudizio Tizio otterrà 10, vi sono motivi per cui ciò potrebbe anche non accadere, o magari potrebbe avere 7, ma dopo alcuni anni di giudizio. Ed in quel giudizio c'è il rischio che il giudice compensi le spese, e che i clienti debbano comunque pagare 2 ai propri avvocati. Gli avvocati sanno inoltre che i 7 ottenuti in sentenza saranno difficilmente recuperabili da controparte: perchè difficilmente "aggredibile" in sede esecutiva (perchè magari non ha beni mobili o immobili da pignorare, non ha uno stipendio etc.). Forse di quei 7 se ne recupereranno solo 5, ma dopo un altro anno. Al cliente, che desiderava 10, rimarrà in mano 7 (sentenza giudice) - 2 (spese avvocati compensate) - 2 (denaro effettivamente non recuperato in sede esecutiva) = 3 il tutto dopo alcuni anni, e ciò nonostante il giudizio sia stato vittorioso. Gli Avvocati Baldi e Cerri hanno una visione realistica di tutto ciò che può accadere in Tribunale, che il cliente non può avere: ecco perchè prima di un giudizio tenteranno di trovare un accordo che possa condurre immediatamente al risultato sopra indicato: 6. Meglio 6 subito o 3 dopo anni? E' solo un esempio: nulla toglie che il cliente ottenga effettivamente 10 in Tribunale, che le spese legali le paghi la controparte, e che tali 10 siano tutti effettivamente recuperati. Ma solo l'avvocato è in grado di fare una previsione che, pur rimanendo tale, consenta di prendere una decisione: può darsi, ed anzi è probabile, che l'avvocato guadagni meno da un accordo stragiudiziale rispetto da un lungo giudizio in Tribunale, per capire quanto sia importante - nell'ottica di una tutela del cliente - la ricerca di un accordo preventivo.
Il legislatore negli ultimi anni ha creato strumenti quali la negoziazione assistita o la mediazione, utili a spingere le parti ed i loro avvocati a cercare comunque un accordo prima di affrontare un giudizio. Per chi, come noi, ha sempre cercato di trovare un accordo prima del giudizio, nulla è cambiato. Sono solo state rese più formali - poichè sono state regolate dal legislatore - tali fasi di ricerca di un accordo, in cui talvolta è richiesto l'intervento di un terzo mediatore: nel far ciò il legislatore ha tentato di diminuire il contenzioso in Tribunale mediante procedure teoricamente snelle e veloci, che effettivamente talvolta hanno un buon esito.
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Dicevamo che l'avvocato che risolve una questione senza entrare in Tribunale forse guadagna meno dell'avvocato che si precipita in Tribunale. L'attività stragiudiziale (anche il semplice parere, scritto o orale) dell'avvocato deve comunque esser retribuita ed anche in questo caso il primo principio è quello della proporzionalità rispetto al valore della questione prospettata. Così ha previsto anche il legislatore che infatti ha determinato i parametri anche con riferimento all'attività stragiudiziale. Si veda in proposito l'altra tabella predisposta dal sito dell'Avv. Andreani, qui https://www.avvocatoandreani.it/servizi/calcolo-compenso-avvocati-parametri-stragiudiziali-2014.php
Anche in caso di attività stragiudiziale dovranno solitamente aggiungersi spese generali, cap, iva e spese documentabili.
A conclusione di questo lungo discorso, che speriamo possa essere utile al cliente per farsi un'idea di quanto può spendere, per attività stragiudiziale e/o giudiziale, vi è da dire che la cosa migliore, in ogni caso, è chiedere all'avvocato un preventivo. Gli Avvocati Baldi e Cerri sono quindi disponibili, ed anzi consigliano, di concordare preventivamente con il cliente i compensi per l'attività che verrà svolta, anche concludendo un vero e proprio contratto completo di tutte le previsioni utili.